Premio Reset a Capalbio
NewsIl cortometraggio Vivo e Veneto ha ricevuto il Premio Reset ‐ Dialogues on Civilizations per il dialogo interculturale, assegnato durante la 21° edizione del Capalbio International Short Film Festival. Il Premio Reset è destinato all’opera cinematografica nel genere “corto” che si distingua per la chiarezza ed efficacia di una comunicazione che attraversi le frontiere tra diverse culture, specie quelle che i fondamentalismi e l’estremismo amano mettere in tensione, tra Nord e Sud del Mediterraneo, tra Est e Ovest, tra mentalità distanti per etnia, lingua, religioni, tradizioni, codici di comportamento. Un’opera portatrice di un messaggio teso al dialogo e alla comprensione interculturale fra i popoli attraverso una conoscenza più profonda delle culture “altre”, su basi di reciprocità e pari dignità contrastando quelle tendenze esclusiviste e intolleranti rappresentate dal nazionalismo etnico, dal razzismo, dal fanatismo religioso e dal fondamentalismo, che diventano spesso fonte di violenza, terrorismo e conflitti.
La motivazione:
“L’Associazione Reset-Dialogues on Civilizations, fondata da Nina zu Fürstenberg e Giancarlo Bosetti, è onorata di premiare Vivo e Veneto, per la sua capacità, esercitata con sintesi ed eleganza cinematografica, di smantellare pregiudizi e stereotipi aprendosi a una visione delle dimensioni altre che restituiscano allo spettatore, di ogni cultura, il senso di una comune umanità, nel rispetto dei diritti umani e con uno sguardo capace di trasmettere il senso della pari dignità che la condizione umana merita nelle più diverse forme di civiltà”.
Il cortometraggio di Francesco Bovo e Alessandro Pittoni, sviluppato e realizzato durante l’edizione 2013 del workshop Kinocchio, e prodotto da Videozuma di Marco Zuin e Cinema Key di Marco Fantacuzzi, ha iniziato così la sua avventura ai festival. “Nei pochi minuti del corto – si legge nella spiegazione ufficiale – emergono i tratti di un rapporto complesso, in cui la cosiddetta ‘integrazione’ non è un concetto astratto, quella condizione ‘ideale’ quanto inarrivabile della società globalizzata su cui spesso speculano media e politici tendenziosi per decretarne, afflitti, l’irrealizzabilità (politica, culturale, linguistica, economica..), omettendo colpevolmente di comprenderne e raccontarne anche la dimensione umana, quotidiana, dell’incontro tra persone reali, che lavorano, soffrono, scherzano, litigano, insomma vivono e talvolta convivono, per scelta o per forza”.
Il premio è stato consegnato sabato 26 luglio, durante la serata conclusiva del festival toscano, dal deputato Khalid Chaouki, politico e giornalista, da molti anni vicino a Reset – Dialogues on Civilizations, con cui ha collaborato in numerose occasioni e battaglie per i diritti di minoranze e migranti, e con il quale è in corso di pubblicazione un libro per la collana dei libri di Reset-Marsilio.